Page 9 - Italian American Herald - July 2020
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PAGINA ITALIANA
Troppi indicatori negativi. L’Italia così affonda
JULY2020 | ITALIANAMERICANHERALD.COM 9 SECONDO DI DUE PARTI
 Di William Di Marco
CRESCITA DEGRAFICA – Un altro aspetto che fa abbastanza paura è l’impover- imento, non solo economico ma in termini numerici, della nostra popolazione. “Se ne saremo di meno andrà meglio” sostiene qualcuno che non vede i dati che vi stiamo per dare come allarmanti. Una Nazione come la nostra che entro il 2060 dovrebbe tornare sui 50 milioni di abitanti avrà più spazi, sarà meno caotica e potrà essere gestita meglio. In sé il dato può essere incoraggiante. Ciò che non regge è che oggi l’Italia non cresce più,
i decessi sono superiori alle nascite e così la popolazione s’invecchia. In tal modo le spese sociali aumenteranno a dismisura e gli Italiani avranno sempre più servizi scadenti. Chi sosterrà le spese pensionistiche che oggi sono (300 miliardi) quasi un quinto del Pil e il 37,5% di tutto ciò che spende lo Stato? Sono numeri impietosi che rapportati all’economia ci fanno riflettere molto. Ma il vero dramma
è legato alla sfiducia che i giovani o quelli
in età fertile hanno del Belpaese. Se non
si fanno più figli e ci si sposa di meno (la leggerissima crescita del 2018 dei matrimoni
non cambia un trend negativo di decadi) significa che i giovani hanno poca fiducia nel futuro, o meglio, ne hanno pochissima verso l’Italia. Per Eurostat (l’Ufficio Statis- tico dell’Unione Europea) già nei prossimi cinque anni potremmo scendere sotto i 60 milioni di abitanti e proseguire la discesa in modo costante ed esponenziale. Alla fine del prossimo decennio la Francia avrà oltre due milioni di persone in più, la Spagna e la Germania quasi un milione. Mala tempora currunt.
GIOVANI E ANZIANI A BRACCETTO
– Che cosa si può aspettare una Nazione che viene abbandonata dai giovani? È una domanda molto sbrigativa, la cui risposta dovrebbe essere ben articolata. Intanto non tutti i giovani vanno via dall’Italia e ce ne sono molti che si mettono in gioco. Ma l’emorragia è fortemente significativa di un malessere che c’è, e sottovalutarlo sarebbe un grave errore. Sono stati in dieci anni circa 500mila gli under 34 che hanno lasciato
lo Stivale, metà dei quali rientrati. Al netto abbiamo oltre confine 250mila ragazzi, dato molto preoccupante che in termini di Pil vale
circa 20 miliardi persi e portati nelle casse
di altri Stati. A questo dato vanno aggiunti
i tanti giovani che hanno lasciato il Sud
per raggiungere il Nord Italia. Tale aspetto significa sradicamento di forze produttive che vanno ad arricchire aree già prospere e impoverire zone in grossa difficoltà. Anche gli anziani, una volta in pensione, stanno facendo la stessa scelta. Con il poco che riescono ad ottenere una volta in quiescenza vivono meglio all’estero e ormai sono quasi mezzo milione quelli che preferiscono lidi più economici e meglio organizzati. In questo quadro poco confortante è come se ci fosse stato un patto transgenerazionale, in cui il futuro non ha più i confini della propria città o regione. È un segnale molto inquietante che sembra interessare sempre meno la nostra classe politica.
SOLUZIONI? – Non ci sono soluzioni nell’immediato se non si mette in conto che occorre una rivoluzione culturale, sociale e di sistema. Di settori in cui emergono fattori e numeri negativi ce ne sono ancora molti (la scuola, la burocrazia, la sanità del Sud Italia, gli stipendi bassi, ecc.) e potremmo andare
avanti autoflagellandoci. Non ci piacciono i masochisti, ma la realtà è molto cruda e da queste cose dovremmo partire per risolvere i tanti problemi. Ma come fare? Le vie sono diverse, però una potrebbe essere la più adatta: riscoprire la bellezza di questa nostra Italia e iniziare, dalle leggi ai regolamenti, a fare le persone serie.
William Di Marco is the news correspondent in Italy for Italian-American Media Productions.
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